La Sede

La Sezione dell’Aquila del Club Alpino Italiano, grazie alla generosità dei soci e alla visione lungimirante del Consiglio Direttivo, nel 1994 ha acquistato i locali in via Sassa n. 34, dalla Cassa di Risparmio della Provincia dell’Aquila.

Dopo i lavori straordinaria manutenzione, nel 1996 è stata inaugurata la sede del Sodalizio, ospitata fino ad allora in via XX Settembre e prima ancora in via Indipendenza.

Dal 2020, con un atto di naturale ricongiungimento, la sede del CAI L’Aquila è sede della Stazione dell’Aquila del Corpo Nazionale del Soccorso Alpino e Speleologico e dell’associazione “alpinisti del Gran Sasso”.

Cenni di storia e architettura

La posizione della facciata principale arretrata rispetto al filo dei contigui Palazzi su via Sassa, porta a ipotizzare che fino al XV sec. l’edificio non fosse esistente e la corte una semplice pertinenza dei vicini palazzi in quella “compenetrazione tra spazio stradale e spazio domestico che nel ‘300 anche gli Aquilani, come a Firenze, coltivavano,”(). Altra ipotesi, da non escludere, è quella che vede questa area occupata da una strada di collegamento fra via Sassa e la retrostante via Cembalo dei Colantoni.

Probabilmente, dopo il sisma del 1461, lo spazio viene edificato e collegato alle attigue “Case Vivio”.

Nel 1598 Giulio Vivio destina le “Case” all’ampliamento del vicino convento delle suore domenicane di Santa Caterina da Siena, riservandolo alla cura delle orfanelle. Dell’antico monastero facevano parte ambienti dell’attuale palazzo Bucciarelli e non è da escludere che il grande ambiente voltato al piano terra fosse collegato alle funzioni del convento-convitto. Nella prima metà del Seicento, quasi certamente, è stato definito l’attuale assetto plano-volumetrico dell’edificio.

Il sisma distruttivo del 1703 colpisce la città dell’Aquila in modo violento e causa sicuramente danni anche a questo edificio; negli anni a seguire viene recuperato, ma perde d’importanza e inizia ad avere altri usi per giungere ad essere adibito a deposito e magazzino già nel XIX sec..

Il salone interno, la scala circolare in pietra, il grande ambiente sottotetto al primo livello nonché le facciate esterne e le aperture, mantengono i caratteri dati con i rifacimenti del dopo 1703, fino ai citati lavori del 1996.

Gli elementi di pregio della Sede si manifestano nel grande ambiente a pianta rettangolare al piano terra, l’attuale sala conferenze dedicata a Michele Iacobucci; questo ha la volta a sesto policentrico ribassato ritmata da tre archi, leggermente sporgenti rispetto all’intradosso della volta e larghi circa cinquanta centimetri, poggianti su cornice poco aggettante e sottolineati in parete da una semplice decorazione a stucco a mo’ di “peduccio”. Gli archi dividono la volta in quattro spazi decorati da una cornice in stucco mistilinea con al centro un tondo in rilievo, mentre, in corrispondenza dell’imposta della volta alla sottostante muratura, corre una semplice cornice. 

Nel piccolo vano, a sinistra del portone d’ingresso, è l’antica deliziosa scala circolare in pietra calcare bianca formata da sovrapposti rocchi, monoblocco, lavorati: colonnina centrale in un tutt’uno con i corrispondenti gradini (pedata e alzata). Il vano scala è coperto da una voltina a cupola a tutto sesto che insieme alla ringhiera in legno tornito, posta sul pianerottolo d’arrivo, e due feritoie ne completano la configurazione. Una nota di colore e di interesse è data dai diversi segni, disegni e scritte a carboncino che ancora si leggono sugli intonaci storici della parete della scala. 

Probabile opera del tardo XVIII inizi XIX sec. è la facciata su via Sassa, arretrata di circa tre metri rispetto agli altri fronti, con impianto plano-altimetrico piuttosto articolato. La presenza agli angoli di murature oblique concorre, insieme agli alzati, alle aperture e agli elementi di finitura, a dare al ridottissimo spazio che sottendono un respiro da adorno e progettato slargo urbano. 

Il portale centrale d’ingresso è molto ampio ed è composto da stipiti e archivolto in pietra; richiama nella forma e nel disegno altri portali aquilani, seppur dalle linee molto semplificate.


Aggiornato il 13 Gennaio 2021